Di certo si sa:
1) Che il peritoneo viscerale ha una maggior permeabilità del peritoneo parietale;
2) Che l'area totale dei pori, sia a livello endoteliale, che a livello mesoteliale, rappresenta una frazione percentuale molto piccola delle superfici totali endoteliale e mesoteliale. Particolare molto interessante che va sottolineato e che giustifica pienamente un più largo impiego di questa terapia nel campo dei piccoli animali, è che nel cane l'area effettiva dei pori rappresenta circa il 4% dell'area totale. Il loro raggio medio risulta di 0,58 micron. La stessa area valutata in altre specie corrisponde a circa lo 0,5-0,6%;
3) Che la grandezza dei pori può essere un fattore determinante della permeabilità del peritoneo per certi soluti.
Il flusso ematico peritoneale è alimentato da un sistema di arteriole che si dividono in numerosi capillari il cui flusso sanguigno è regolato da un sistema di sfinteri precapillari. I capillari derivanti dalla singola arteriola, possono differire tra loro per lunghezza e per caratteristiche di permeabilità, ma sembra ormai assodato che solo il 20-25% circa di essi sia perfuso.
L'aggiunta di vasodilatatori alle soluzioni per dialisi peritoneale, ha consentito importanti considerazioni sulla perfusione distrettuale.
Si è così potuto dimostrare la neoperfusione di vasi e si sono tratte informazioni di grande utilità nell'interpretazione della dinamica degli scambi a livello capillare. L'attuazione clinica della dialisi intracorporea, ha da tempo indicato che il peritoneo si comporta come una membrana semipermeabile, poiché la soluzione di dialisi lasciata in cavità, tende a raggiungere l'equilibrio con il plasma, secondo la legge di Gibbs-Donnan. I fattori che influenzano il trasporto dei soluti attraverso la membrana sono:
1) Il limitato numero dei capillari e la relativamente bassa area dei pori;
2) La resistenza che i soluti incontrano nel passare dall'endotelio capillare alla cavità peritoneale;
3) Il flusso ematico capillare effettivo;
4) Il flusso della soluzione di dialisi, la sua composizione e le sue caratteristiche fisico-chimiche;
5) L'ultrafiltrazione.
Nei sistemi biologici esistono numerose membrane naturali che consentono il passaggio selettivo di alcune particelle rispetto ad altre, oppure di separare il soluto dal solvente.

Molti processi biologici potremmo infatti classificarli semplicemente "separazione di una sostanza dall'altra".
In questo meccanismo, che si ricollega a quello della dialisi peritoneale, intervengono diversi fattori a carattere puramente fisico, facilmente analizzabili, che è opportuno richiamare schematicamente e che sono: diffusione, filtrazione, osmosi e ultrafiltrazione.
La membrana peritoneale però, in quanto vitale, affianca ai processi sovraesposti, osservabili nelle membrane inerti, anche processi legati alle diverse attività biologiche cellulari, quali:
a) Il trasporto attivo: processi di diffusione contro gradiente, definiti attivi, in quanto necessitano di un consumo energetico, la cui fonte deriva dai processi metabolici cellulari della membrana stessa.
b) La diffusione mediata da carriers: è probabile che tale meccanismo di trasporto dipenda da vere e proprie molecole vettrici, site nella membrana biologica, in grado di legarsi temporaneamente alla sostanza da trasportare.
c) Il trasporto transcellulare: è in grado di spiegare il passaggio attraverso le membrane biologiche, di sostanze ad alto peso molecolare. Questo trasporto avviene in due fasi: una di fago-pinocitosi della sostanza in questione che, veicolata all'altro polo della cellula, mediante una valvola citoplasmatica, viene (seconda fase) riversata all'esterno con un meccanismo inverso di meiocitosi.
Il trattamento di un paziente con anuria è rivolto a supplire alle funzioni normalmente svolte dal rene, che comprendono:
  • L'eliminazione delle scorie azotate e degli altri prodotti terminali del metabolismo;
  • La conservazione dell'equilibrio acido-basico;
  • La conservazione di una normale idratazione;
  • La conservazione dell'equilibrio elettrolitico.

La dialisi peritoneale è una metodica per la depurazione del sangue in grado di mantenere a livelli accettabili tutti quei parametri ematochimici, noti e non noti, il cui accumulo, in caso di insufficienza renale, finirebbe per risultare incompatibile con la vita.
Il peritoneo dunque funge da membrana tra il comparto ematico ed il comparto del liquido dialitico introdotto in cavità. La membrana peritoneale ha caratteristiche di una membrana biologica a più strati (endotelio, membrana basale, mesotelio), ed agisce fisicamente come una barriera vivente semi-permeabile.
In dettaglio possiamo esaminare il sistema dialitico peritoneale, rappresentandolo, sia pur grossolanamente, con tre elementi fondamentali le cui caratteristiche sono riassunte nella seguente tabella.


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