La D.P. dà ottimi risultati nelle insufficienze renali di varie eziologie. Gli stessi avvelenamenti si possono trattare con ottimi risultati. E' evidente che il tossico deve essere idrosolubile e non deve avere un altissimo legame proteico, che lo rende praticamente non idrolizzabile.
Impieghi più frequenti noi li abbiamo praticati in corso di leptospirosi, piroplasmosi (tossicosi gravidiche), piometre.
Le migliori soddisfazioni si hanno infatti in questi due ultimi casi, proprio perchè se si riesce a far superare all'animale la fase di grave insufficienza acuta che precede e segue l'intervento chirurgico, l'intervento stesso interviene come momento e causa determinante di guarigione. Si sa infatti da numerosi studi, che nella patogenesi della G.N.A. che si accompagna all'evoluzione della piometra, interverrebbe la partecipazione di immunocomplessi solubili a partire da antigeni batterici di origine uterina (E. Coli).
La malattia glomerulare può essere reversibile sia funzionalmente che strutturalmente, dopo ovarioisterectomia.
Nella leptospirosi invece, anche se noi abbiamo un miglioramento ed un calo di tossici durante la terapia, la sospensione di questa riporta l'animale ad una situazione critica, perchè a volte il danno renale è molto più avanzato ed irreversibile.
Per concludere, voglio precisare che il nostro lavoro non vuole dare indicazioni sui casi nei quali impiegare la dialisi peritoneale, ma dimostrare che l'allungare i tempi di permanenza in peritoneo dei liquidi di dialisi, dà buoni risultati, diminuendo i costi e le manualità di cambio dei liquidi che sono richiesti invece da permanenze brevi, intorno a 30'-40'.




Pubblicato sul bollettino AIVPA


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