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2.3. Forme larvali
Le microfilarie misurano 300-330 micron di lunghezza e 6-7 micron di
larghezza e presentano moti vorticosi, facilmente osservabili in una goccia
di sangue a fresco (Fotografia 2). La loro sopravvivenza nel torrente
circolatorio può raggiungere 2,5-3 anni, durante i quali, in seguito
anche a sovrainfestazioni, si possono accumulare nel circolo periferico
fino ad arrivare a 105/ml microfilarie.
La presenza di macrofilarie non sempre è accompagnata da microfilariemia
e in questi casi si parla di filariosi occulta che può essere determinata
da diversi fattori quali (Traldi, 1998):
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Per svilupparsi a parassita adulto D. immitis necessita di una fase di
sviluppo in un dittero ematofago, che funge da ospite intermedio. Le femmine
del dittero, durante il pasto di sangue su un animale infestato, assumono
le microfilarie dal circolo periferico. Queste giungono nell'intestino
medio della zanzara vettore, dove rimangono per circa 24 ore prima di
migrare nei tubuli di Malpighi ed invaderne le cellule della porzione
distale. È proprio in questa sede, alla temperatura di 26°
C, che nei 4 giorni successivi di sviluppo intracellulare le microfilarie
mutano nel cosiddetto "stadio a salsiccia" o larve di 1°
stadio (L1). Dopo circa 7 giorni dall'infestazione, le L1 migrano nel
lume dei tubuli ed, entro l' 8°-10° giorno, evolvono in larve
di 2° stadio (L2), per poi mutare a larve di 3° stadio (L3) entro
il 10°-12° giorno. Nei successivi 1-2 giorni le L3, lunghe circa
1 millimetro, abbandonano i tubuli di Malpighi perforandone la parte distale.
La penetrazione nelle cellule dei tubuli e l'abbandono dei tubuli stessi
corrispondono a due momenti critici per la sopravvivenza della zanzara.
In caso di un elevato numero di larve è infatti fortemente compromessa
la funzionalità dei tubuli e l'insetto muore. Il numero massimo
di larve compatibile con la sopravvivenza della zanzara sembra dipendere
dalla specie (Coluzzi, 1964). A questo punto le larve infestanti (L3)
si portano, attraverso l'emocele, negli spazi cefalici fino a raggiungere
l'apparato buccale dell'insetto, il labium, e durante il pasto di sangue
vengono trasmesse all'ospite vertebrato recettivo. Le larve emergono dal
labium dell'insetto per depositarsi sulla cute del potenziale ospite,
immerse in una goccia di emolinfa che ne impedirà l'essiccamento
e raggiungono il derma attraverso il foro indotto dalla puntura della
zanzara. Le L3 in circa 2-3 giorni evolvono in larve di 4° stadio
(L4), che raggiungono i capillari linfo-ematici e circa 80-120 giorni
dopo l'infestazione diventano larve di 5° stadio (L5). I giovani parassiti
(L5), 3-11 cm di lunghezza, raggiungono le arterie polmonari, localizzandosi
preferibilmente in quelle distali dei lobi caudali. Nei successivi 2-3
mesi danno origine ad adulti sessualmente maturi e migrano in direzione
retrograda verso il ventricolo destro e l'atrio destro del cuore. In casi
estremamente gravi, i parassiti adulti possono localizzarsi sino nel lume
della vena cava. Quando sono presenti entrambi i sessi del parassita,
si avrà l'accoppiamento e le femmine, dopo la fecondazione, partoriranno
le microfilarie. Nel cane, il periodo completo (tempo di prepatenza) che
intercorre tra il momento dell'infestazione da parte del dittero e il
rilascio in circolo delle microfilarie, da parte delle femmine gravide,
è di almeno 6 mesi. Nel gatto per il completamento del ciclo occorrono
circa 8 mesi (Knight, 1999).
I parassiti adulti possono rimanere vitali e produrre microfilarie fino
a 5-7 anni nel cane e fino a 2-3 anni nel gatto (Dillon et al., 2000).
Le microfilarie prodotte dalle femmine gravide, per un fenomeno di "tropismo
centrifugo", tendono a portarsi nei vasi periferici; durante la migrazione
alcune di esse possono superare la barriera placentare e passare per via
congenita dalla cagna ai cuccioli ma non possono evolvere a parassita
adulto in quanto non hanno effettuato il passaggio nell'ospite intermedio
(Mantovani e Jackson, 1966).
2.5. Altre specie di filaridi del cane
Le altre specie di filarie che possono parassitare il cane sono: Dirofilaria
repens (Raillet e Henry, 1911), Dipetalonema reconditum (Grassi e Calandruccio,
1889), Dipetalonema grassi (Noè e Grassi, 1907) e Dipetalonema
dracunculoides (Cobbold, 1870).
È opportuno ricordare che, nonostante la diversa localizzazione
dei parassiti adulti (sottocute, tessuto adiposo, soprattutto perirenale),
anche le microfilarie di queste specie vengono rilasciate dalle femmine
nel letto capillare cutaneo con caratteristiche che a prima vista possono
essere somiglianti a quelle di D.immitis. Tuttavia, ad un attento esame,
sono riconoscibili alcune differenze morfologiche, importante elemento
per la diagnosi differenziale nei soggetti che possono essere infestati
da più specie (Traldi, 1998). Le differenze sono state compendiate
nel capitolo relativo alla diagnosi.
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