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7.1.2. Parenchima polmonare
La presenza di un ingrandimento grave delle arterie polmonari suggerisce
un elevato rischio di tromboembolia, che all'esame radiografico del torace
si evidenzia con la presenza di infiltrati polmonari focali, in particolare
nei lobi polmonari caudali ed in quello accessorio, in prossimità
delle arterie lobari. La localizzazione delle lesioni nei lobi polmonari
caudali è associata al fatto che le macrofilarie si insediano di
preferenza nelle arterie polmonari caudali, specialmente la destra (Thrall
et al., 1980) Le alterazioni visibili variano con la durata e la gravità
dell'infestazione ed in alcuni casi si possono apprezzare aree polmonari
con caratteristiche del consolidamento.
Anche in caso di polmonite eosinofilica si evidenzia la presenza di un
infiltrato diffuso, interstiziale e alveolare, principalmente nei lobi
polmonari caudali.
7.1.3. Cuore
Le modificazioni dell'ombra cardiaca non sono frequenti durante il primo
anno di infestazione (Thrall et al., 1980). Con il progredire della malattia,
si registra una dilatazione ed ipertrofia del ventricolo destro (Figura
4).
L'ingrandimento del ventricolo destro, è un segno frequente ed
abbastanza precoce di filariosi cardiopolmonare, tuttavia, questo reperto
risente notevolmente della valutazione soggettiva e dipende in modo significativo
anche dalle variazioni somatiche esistenti tra le diverse razze; inoltre,
per effettuare un'interpretazione radiografica accurata è necessario
ottenere un perfetto posizionamento del paziente.
La congestione del sistema venoso può comportare un ingrossamento
della vena cava caudale (Figura 5), epatomegalia, splenomegalia, ascite
e più raramente versamento pleurico e pericardico (Rawlings et
al., 1978).
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7.2. Ecocardiografia
L'ecocardiografia rappresenta un mezzo d'indagine importante per definire
la gravità dell'infestazione parassitaria (Rawlings e Calvert,
1995).
I rilevamenti ecocardiografici, in pazienti con filariosi cardiopolmonare
grave, includono dilatazione di atrio e ventricolo di destra, ipertrofia
di quest'ultimo, movimento paradosso del setto, ridotte dimensioni del
cuore sinistro e dilatazione delle arterie polmonari. Le macrofilarie
situate nell'arterie polmonari periferiche non sono visibili all'esame
ecocardiografico, mentre quelle presenti all'interno del cuore, nell'arteria
polmonare principale e nelle vene cave appaiono come linee parallele iperecogene
(Figura 6).
Il sospetto di sindrome della vena cava può essere rapidamente
confermato con questo esame (Knight et al., 1999).
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7.3. Elettrocardiografia
L' elettrocardiogramma della maggiore parte dei cani con filariosi di
modesta entità risulta normale (Knight, 1999). In casi di malattia
avanzata, di entità da modesta a grave, l'indagine elettrocardiografica
può essere utilizzata per diagnosticare l'ipertrofia ventricolare
destra, l'ingrandimento atriale destro e le aritmie (Rawlings e Calvert,
1995).
7.4. Esami di laboratorio
L' esame emocromocitometrico completo dimostra un leucogramma infiammatorio,
associato a basofilia e monocitosi, mentre meno del 50% dei cani con filariosi
cardiopolmonare mostra la presenza di eosinofilia. In meno del 30% è
riscontrabile una lieve anemia rigenerativa che si ritiene sia dovuta
ad emolisi (Knight, 1999).
Può emergere una trombocitopenia secondaria al consumo di piastrine
a livello del sistema arterioso sistemico. In animali con patologia grave,
si può anche verificare una coagulazione intravasale disseminata,
caratterizzata da trombocitopenia di grado variabile ed altre alterazioni
dei parametri emostatici.
All'esame biochimico si può evidenziare un innalzamento da lieve
a moderato degli enzimi epatici e a volte dell'azotemia.
All'esame delle urine nel 20-30% dei cani colpiti si riscontra proteinuria,
in particolare in quelli con malattia in stadio avanzato.
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