7. INDAGINI DIAGNOSTICHE



7.1. Esame radiografico

    7.1.1. Arterie polmonari

La radiografia del torace rappresenta il metodo migliore per la valutazione generale delle condizioni delle arterie polmonari, delle patologie che colpiscono il parenchima polmonare lobare e della forma della silhouette cardiaca. Questo esame permette di ottenere il numero maggiore di informazioni relative alla gravità delle alterazioni cardiopolmonari che accompagnano la malattia parassitaria (Vezzoni et al., 1998).
I quadri radiografici del torace all'inizio dell'infestazione possono essere normali, sebbene modificazioni marcate possano verificarsi rapidamente in cani con notevole carica parassitaria e quando la malattia è grave, presentano delle anomalie ritenute patognomoniche. I rilevamenti caratteristici comprendono dilatazione, tortuosità e sacculazioni periferiche delle arterie polmonari lobari ed una prominenza del tronco polmonare (Knight, 1999).
Tra le diverse proiezioni radiografiche, quella ventro-dorsale è preferita se si vuole evidenziare il coinvolgimento delle arterie polmonari lobari, in particolare quelle caudali, e l'ingrandimento dell'arteria polmonare principale (Figura 2). Un utile riferimento per la valutazione dell'ingrandimento delle arterie lobari caudali è rappresentato dal fatto che, in condizioni normali, il diametro di tali arterie non dovrebbe superare quello della nona costa, misurato all'intersezione con i vasi stessi (Rawlings e Calvert, 1995) (Figura 3). In proiezione latero-laterale, nei cani non affetti da filariosi, lo spessore dell'arteria lobare craniale destra all'intersezione con la quarta costa non supera il diametro minore di quest'ultima. Una dilatazione delle arterie lobari polmonari senza la contemporanea distensione venosa è fortemente indicativa di filariosi cardiopolmonare (Knight, 1999).



Figura 2. Radiografia del torace di un cane in proiezione ventro-dorsale: arteria polmonare caudale destra notevolmente dilatata; arteria polmonare caudale sinistra dilatata.





Figura 3. Radiografia del torace di un cane in proiezione ventro-dorsale: il particolare mostra l'aumento del diametro dell'arteria polmonare caudale destra rispetto al diametro della nona costa, nel loro punto di intersezione.





    7.1.2. Parenchima polmonare

La presenza di un ingrandimento grave delle arterie polmonari suggerisce un elevato rischio di tromboembolia, che all'esame radiografico del torace si evidenzia con la presenza di infiltrati polmonari focali, in particolare nei lobi polmonari caudali ed in quello accessorio, in prossimità delle arterie lobari. La localizzazione delle lesioni nei lobi polmonari caudali è associata al fatto che le macrofilarie si insediano di preferenza nelle arterie polmonari caudali, specialmente la destra (Thrall et al., 1980) Le alterazioni visibili variano con la durata e la gravità dell'infestazione ed in alcuni casi si possono apprezzare aree polmonari con caratteristiche del consolidamento.
Anche in caso di polmonite eosinofilica si evidenzia la presenza di un infiltrato diffuso, interstiziale e alveolare, principalmente nei lobi polmonari caudali.

    7.1.3. Cuore

Le modificazioni dell'ombra cardiaca non sono frequenti durante il primo anno di infestazione (Thrall et al., 1980). Con il progredire della malattia, si registra una dilatazione ed ipertrofia del ventricolo destro (Figura 4).
L'ingrandimento del ventricolo destro, è un segno frequente ed abbastanza precoce di filariosi cardiopolmonare, tuttavia, questo reperto risente notevolmente della valutazione soggettiva e dipende in modo significativo anche dalle variazioni somatiche esistenti tra le diverse razze; inoltre, per effettuare un'interpretazione radiografica accurata è necessario ottenere un perfetto posizionamento del paziente.
La congestione del sistema venoso può comportare un ingrossamento della vena cava caudale (Figura 5), epatomegalia, splenomegalia, ascite e più raramente versamento pleurico e pericardico (Rawlings et al., 1978).



Figura 4. Radiografia del torace di un cane, in proiezione latero-laterale: alterazione della silhouette cardiaca con dilatazione dell'atrio destro e del ventricolo destro.






Figura 5. Radiografia del torace in proiezione latero-laterale: vena cava caudale ben evidente e dilatata.





7.2. Ecocardiografia

L'ecocardiografia rappresenta un mezzo d'indagine importante per definire la gravità dell'infestazione parassitaria (Rawlings e Calvert, 1995).
I rilevamenti ecocardiografici, in pazienti con filariosi cardiopolmonare grave, includono dilatazione di atrio e ventricolo di destra, ipertrofia di quest'ultimo, movimento paradosso del setto, ridotte dimensioni del cuore sinistro e dilatazione delle arterie polmonari. Le macrofilarie situate nell'arterie polmonari periferiche non sono visibili all'esame ecocardiografico, mentre quelle presenti all'interno del cuore, nell'arteria polmonare principale e nelle vene cave appaiono come linee parallele iperecogene (Figura 6).
Il sospetto di sindrome della vena cava può essere rapidamente confermato con questo esame (Knight et al., 1999).

 

Figura 6. Ecocardiografia: macrofilaria presente nell'arteria polmonare principale.



 

7.3. Elettrocardiografia

L' elettrocardiogramma della maggiore parte dei cani con filariosi di modesta entità risulta normale (Knight, 1999). In casi di malattia avanzata, di entità da modesta a grave, l'indagine elettrocardiografica può essere utilizzata per diagnosticare l'ipertrofia ventricolare destra, l'ingrandimento atriale destro e le aritmie (Rawlings e Calvert, 1995).

7.4. Esami di laboratorio

L' esame emocromocitometrico completo dimostra un leucogramma infiammatorio, associato a basofilia e monocitosi, mentre meno del 50% dei cani con filariosi cardiopolmonare mostra la presenza di eosinofilia. In meno del 30% è riscontrabile una lieve anemia rigenerativa che si ritiene sia dovuta ad emolisi (Knight, 1999).
Può emergere una trombocitopenia secondaria al consumo di piastrine a livello del sistema arterioso sistemico. In animali con patologia grave, si può anche verificare una coagulazione intravasale disseminata, caratterizzata da trombocitopenia di grado variabile ed altre alterazioni dei parametri emostatici.
All'esame biochimico si può evidenziare un innalzamento da lieve a moderato degli enzimi epatici e a volte dell'azotemia.
All'esame delle urine nel 20-30% dei cani colpiti si riscontra proteinuria, in particolare in quelli con malattia in stadio avanzato.

 


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